- 2 Ottobre 2019
- Posted by: segreteria@zannoni.it
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“Netta contrarietà verso l’ipotesi di nuove stangate fiscali sui carburanti”. La esprime oggi Assopetroli-Assoenergia in una nota, intervenendo nel dibattito sulla tassazione energetica a seguito della pubblicazione della bozza di “DL Clima”.
Il riferimento è all’articolo 6 della bozza che prevede un intervento sui sussidi ambientalmente dannosi, che “potrebbe concretizzarsi in un aumento reale delle accise su gasolio e metano nell’ambito della prossima Legge di bilancio” .
Così il presidente Andrea Rossetti stigmatizza i “rischi connessi a un ulteriore aumento irrazionale delle accise”: il fisco sui carburanti in Italia è già tra i più aggressivi d’Europa (sul gasolio pesa per il 60% contro una media del 55,2% dell’area euro, mentre sulla benzina pesa per il 63,8% contro la media del 61 % dell’area euro)”, afferma Rossetti. “Ciò rappresenta un’anomalia e un grave squilibrio nel mercato interno che ha effetti depressivi sulla domanda e la mancata crescita dell’Italia . I nostri cittadini e le imprese sono vessati da un prelievo fiscale sui carburanti altissimo, il cui risultato più evidente è quello di danneggiare la competitività del Paese e, incidentalmente, di attrarre nella distribuzione dei carburanti la criminalità organizzata che ha già pesantemente aggredito il settore”.
“L’ipotesi in discussione va quindi scongiurata”, continua Rossetti. “Una nuova stangata colpirebbe interi comparti produttivi con un esito potenzialmente fatale: parliamo ad esempio di agricoltori, pescatori, autotrasportatori, settori il cui andamento è molto esposto al costo dell’energia. Non può essere questa la strada: sulla tassazione dei prodotti energetici il Paese non può permettersi ancora una volta fughe in avanti”.
“La strada maestra da seguire”, ribadisce Rossetti, “è quella dell’armonizzazione della tassazione a livello europeo, che dovrà essere discussa nell’ambito della prossima revisione della Direttiva sulla tassazione energetica sulla quale la Commissione è già all’opera. In questa sede, e solo in questa, si potrà pensare a una rimodulazione delle accise, frutto di un’analisi che contemperi gli impatti ambientali e climatici con quelli sociali, economici e concorrenziali, intra ed extra Ue. È essenziale che all’interno dell’eurozona si traguardi a una tassazione dell’energia sempre più omogenea e non, al contrario, ancora più dissimile e squilibrata. Si impone una visione integrata a livello comunitario”.
Conclude Rossetti: “le imprese italiane non possono rischiare di pagare un sacrificio inutile sull’altare del contrasto al cambiamento climatico. Si rischia di vedere delocalizzate a casa dei nostri vicini quote di produzione e relative emissioni di C02 che a casa nostra avremmo fatto diventare ancora più costose e sconvenienti. Il costo economico e sociale ricadrebbe sempre sui consumatori e le imprese italiane. Va fatta molta attenzione”.
Articolo pubblicato sulla Staffetta n. 175 del 23 Settembre 2019