Decreto clima, Assopetroli: no all’aumento delle accise

“Netta contrarietà verso l’ipotesi di nuove stangate fiscali sui carburanti”. La esprime oggi Assopetroli-As­soenergia in una nota, intervenendo nel dibattito sulla tassazione energetica a seguito della pubblicazione della bozza di “DL Clima”.

Il riferimento è all’articolo 6 della bozza che prevede un intervento sui sussidi ambientalmente dannosi, che “potreb­be concretizzarsi in un aumento reale delle accise su gasolio e metano nell’ambito della prossima Legge di bilancio” .

Così il presidente Andrea Rossetti stigmatizza i “rischi connessi a un ulteriore aumento irrazionale delle accise”: il fisco sui carburanti in Italia è già tra i più aggressivi d’Eu­ropa (sul gasolio pesa per il 60% contro una media del 55,2% dell’area euro, mentre sulla benzina pesa per il 63,8% contro la media del 61 % dell’area euro)”, afferma Rossetti. “Ciò rappresenta un’anomalia e un grave squili­brio nel mercato interno che ha effetti depressivi sulla do­manda e la mancata crescita dell’Italia . I nostri cittadini e le imprese sono vessati da un prelievo fiscale sui carburanti altissimo, il cui risultato più evidente è quello di danneggia­re la competitività del Paese e, incidentalmente, di attrarre nella distribuzione dei carburanti la criminalità organizzata che ha già pesantemente aggredito il settore”.

“L’ipotesi in discussione va quindi scongiurata”, conti­nua Rossetti. “Una nuova stangata colpirebbe interi com­parti produttivi con un esito potenzialmente fatale: parliamo ad esempio di agricoltori, pescatori, autotrasportatori, settori il cui andamento è molto esposto al costo dell’energia. Non può essere questa la strada: sulla tassazione dei prodotti energetici il Paese non può permettersi ancora una volta fughe in avanti”.

“La strada maestra da seguire”, ribadisce Rossetti, “è quella dell’armonizzazione della tassazione a livello euro­peo, che dovrà essere discussa nell’ambito della prossima revisione della Direttiva sulla tassazione energetica sulla quale la Commissione è già all’opera. In questa sede, e solo in questa, si potrà pensare a una rimodulazione del­le accise, frutto di un’analisi che contemperi gli impatti ambientali e climatici con quelli sociali, economici e con­correnziali, intra ed extra Ue. È essenziale che all’interno dell’eurozona si traguardi a una tassazione dell’energia sempre più omogenea e non, al contrario, ancora più dissimile e squilibrata. Si impone una visione integrata a livello comunitario”.

Conclude Rossetti: “le imprese italiane non possono rischiare di pagare un sacrificio inutile sull’altare del con­trasto al cambiamento climatico. Si rischia di vedere de­localizzate a casa dei nostri vicini quote di produzione e relative emissioni di C02 che a casa nostra avremmo fatto diventare ancora più costose e sconvenienti. Il costo eco­nomico e sociale ricadrebbe sempre sui consumatori e le imprese italiane. Va fatta molta attenzione”.

Articolo pubblicato sulla Staffetta n. 175 del 23 Settembre 2019